Biobigiotteria!

Biobigiotteria!
Ti racconto una storia che nel tuo orecchio un seme metterà...

martedì 12 luglio 2011

POETICA DELLA BIOBIGIOTTERIA - PARTE I ovvero Come provare a dare dignità all'insolita scelta di andarsene in giro adornati con "cocce de noce".

"Nessuna situazione mi pare più tragica, più offensiva per il cuore e per l’intelligenza, di quella di un’umanità che coesiste con altre specie viventi con le quali non può comunicare... Un tempo la natura stessa aveva un significato che ognuno, nel suo intimo, percepiva. Avendolo perso, l’uomo oggi la distrugge e si condanna”.Claude Levi Strauss

Avete presente quella favoletta dei fratelli Grimm che si intitola "I tre linguaggi"? Chi l'avesse presente passi pure oltre, gli altri rimangano in ascolto. Parla di un vecchio conte e del suo unico figlio, non troppo sveglio... Quest'ultimo sembra essere refrattario ad ogni tentativo del padre di dargli un'istruzione e di farlo uscire dalla poco esaltante condizione di "stupidotto".
Il conte lo manda a studiare in giro per il mondo, presso i più insigni e sapienti maestri disponibili sulla piazza e lui... eccome se s'impegna! Torna a casa con il seguente, prestigioso, curriculum accademico:
- Lezione n. 1
"Papi! Papi! Sarai molto orgoglioso di me! Sai cosa ho imparato in quest'anno di studi matti e disperatissimi??? Ho imparato il linguaggio dei cani... BAU BAU BAU!"
"Non era esattamente quel che avevo in mente, stupido figlio, ma riproviamo: altra destinazione, altro maestro!"
- Lezione n. 2
"Papi! Papi! Questa volta sarai davvero fiero di me! E' stato un anno pesante, ma il mio impegno è stato costante e indefesso, ed ora posso dirlo: so parlare la lingua degli uccelli: CIP CIP CIP!"
"Questa lingua ti si addice... sei un tordo! Ma non posso rassegnarmi ad avere un figlio stupido, proviamo con l'ultimo maestro, il più sapiente!"
- Lezione n. 3"CRA CRA CRA! Grandi notizie per te, Papi! Rallegrati! Non sono più stupido! Ho imparato il linguaggio delle rane... CRA!"
C'è un limite a tutto, e, comprensibilmente, il povero padre ordina al suo servitore di far fuori il figlio... il suo cuore non reggerebbe alla notizia che ha imparato anche il linguaggio delle mucche... MUUUUUUU...
Ma, sapete come vanno queste cose, il servitore s'impietosisce (d'altra parte lo stupidotto sa quali parole usare per parlare al suo cuore... "BAU... PIO... CRA!") e lo risparmia. Lo stolto poliglotta se ne va in giro per il mondoe, grazie ai suoi studi linguistici, riesce a conquistare, nell'ordine:
- la mano della bella principessa
- il titolo di papa
... quando si dice la versatilità!
(chi non si accontentasse del mio riassunto e volesse leggere la fiaba nella sua versione originale, può trovarla qui: 
http://www.grimmstories.com/it/grimm_fiabe/i_tre_linguaggi)

Insomma, che sia Levi Strauss a dircelo, o una favoletta dei fratelli Grimm, il messaggio è sempre quello: non vive pienamente chi non riesce a stabilire un contatto autentico e profondo con la natura che lo circonda e quindi con il proprio istinto e la propria intuizione.
E' ovvio che questo legame con la natura di cui parlo possa essere stabilito in vari modi e a vari livelli.
Io, che sono persona semplice e poco avvezza alle sottigliezze di metafore e arte oratoria, nel momento in cui mi sono detta: "Ragazza mia, qui è opportuno ripristinare un contatto con la natura", non sono stata capace di essere molto astratta, sono rimasta legata al simbolo e LETTERALMENTE ho iniziato ad agghindarmi con pigne, noccioli e vari elementi naturali, convinta che così sarei entrata in comunicazione con loro.
E... si! Ce l'ho fatta! D'altra parte, se una se ne va in giro con una pigna che le penzola dal lobo, volete che, di tanto in tanto, questa non le sussurri qualcosa all'orecchio?

2 commenti:

  1. Cara Silvia Nocciola, parole sante!

    Siamo talmente abituati a vivere nella cosiddetta “civiltà”, che ci meravigliamo nell’osservare la bellezza di un fiore, oppure un tramonto dai colori pastello… Come siamo ridotti!

    Quando tornare nel nostro adorato paesello e mi capita di passeggiare nei nostri amati boschi, sento quell’energia di cui tu parli, non sono ancora in grado di ascoltare ghiande e pigne cosa hanno da dirmi, ma una passeggiata in solitudine di certo mi ricarica … Forse dovrei indossare più spesso i tuoi gioielli, per prolungare la “carica” anche in città… ci proverò!

    Nel leggerti mi è venuto in mente quel tempo neanche troppo lontano in cui lavoravo in Africa e la cosa che mi ha sempre colpito molto è sentire gli abitanti di quella terra parlare della natura e riferirsi ad essa come ad una grande forza impossibile da domare, una forza che se vuole prende il sopravvento e ti schiaccia. Parlavano altresì degli animali selvaggi come delle divinità con le quali stringere alleanze, patti di non aggressione e non li vedevano sotto forma di borsette o capi in pelle da indossare. Mi dicevano sempre parlando dell’oceano che nei giorni in cui le onde erano più alte del solito si poteva ascoltare la voce di Dio, una voce forte e potente.

    Dunque questa natura, una forza da temere e rispettare.

    Sono convinta che dovremmo imparare molto dai nostri fratelli del cosiddetto “terzo mondo” noi dei paesi cosiddetti “civilizzati”.

    Evviva la biobigiotteria!!!

    Magalf

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  2. siiiii anche io voglio che la natura mi sussuri tutto quello che vuole.... viva il contatto e l'amore per la natura in ogni sua forma

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